venerdì 16 agosto 2013

Rami.


Una pianta fatta solo di rami secchi le si trova davanti gli occhi mentre lentamente finisce la sua sigaretta. Osserva i sottili e fragili rami e si rivede in essi.
Sarà per la loro forma? Per il loro colore così chiaro e un po’ svanito? Forse per il fatto che si intrecciano e formano un insieme confuso tanto da non sapere dove iniziano e finiscono.
Così si sente e si vede anche lei. L’evanescenza, la confusione, la dispersione hanno creato le loro ramificazioni dentro il suo corpo e non sembrano volerne uscire, per il momento.



 
Photo by: Daniela Sangiorgio

martedì 13 agosto 2013

Ciò che rimane nell’ombra.


Quante volte capita di dire: “se solo quel qualcuno avesse visto questo, bè, magari molte cose sarebbero state diverse”. Ed è vero, la maggior parte degli “elementi chiave”, quelli proprio fondamentali, rimane oscurata. Tutto deve, in un modo o nell’altro, prendere quella piega di difficoltà. Così si vivono determinate cose che non esistono agli occhi degli altri e, allo stesso modo, non si saprà mai quel che accade nella vita altrui, totalmente. Si perde tempo ad immaginare, trovare spiegazioni, trarre conclusioni, ma è tutto inutile poiché non si ha niente di certo sotto mano.
E pensare che molte cose si risolverebbero in fretta se solo quelle parti invisibili potessero esser viste in qualche modo, mentre invece esse si creano, ti travolgono, poi scompaiono e continuano a torturare solo ed esclusivamente te. Lo fanno in un modo tanto martellante nella tua mente quanto silenzioso al di fuori di essa, come se nulla stesse accadendo.